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Sentenza

Giudici onorari: ecco le novità....
Giudici onorari: ecco le novità.
Nuove competenze, ma anche un nuovo status. La riforma della magistratura onoraria approvata ieri definitivamente dal Consiglio dei ministri affronta alcuni punti critici della categoria, definendo regole applicabili per tutti. Dai giudici di pace ai viceprocuratori onorari (vpo). A partire da quella, cruciale, della fisionomia dell'incarico. Il decreto legislativo torna a chiarire che l'incarico di magistrato onorario ha natura esclusivamente funzionale ed inderogabilmente temporanea e deve svolgersi in modo da assicurare la piena compatibilità con lo svolgimento di altre attività remunerative.

In questa prospettiva viene espressamente disposto che a ciascun magistrato onorario non può, di regola, essere richiesto un impegno superiore a due giorni a settimana. Limite questo che, per esempio sul fronte delle Procure, era stato contestato perché troppo rigido, impedendo di fatto un impiego più esteso dei vpo, con il rischio assai concreto di disperdere l'attività dei pm su un fronte assai esteso e poco efficiente. In questo senso era stata avanzata dal Csm una richiesta di utilizzo per almeno tre giorni a settimana; tuttavia il ministero della Giustizia ha ritenuto di non accoglierla, sottolineando che i due giorni sono un tetto coerente con le caratteristiche di temporaneità e non esclusività dell'incarico e che, comunque, il limite scatta solo per chi entrerà in servizio dopo l'entrata in vigore del decreto.

Per gli altri, per tutti cioè i magistrati in servizio adesso, dopo i primi quattro anni, sarà possibile, per i successivi quattro (l'incarico ha una durata massima di otto anni per tutti) un utilizzo di tre giorni a settimana con conseguente aumento dell'indennità. In ogni caso, puntualizza il ministero, la fase transitoria di quattro anni, dovrà servire agli uffici giudiziari per attrezzarsi sul piano organizzativo a fare fronte a un «utilizzo più contenuto della magistratura onoraria», avvalendosi anche di futuri e ulteriori interventi di depenalizzazione e degiurisdizionalizzazione nel settore civile.

L'indennità sarà sempre articolata in una quota fissa, pari a 16.000 euro all'anno, e una variabile tarata sul raggiungimento degli obiettivi fissati da presidente del Tribunale e procuratore della Repubblica, obiettivi che però non saranno solo di tipo quantitativo, in una sorta di cottimo giudiziario, visto che tra i criteri di valutazione rientrano la puntualità nel deposito dei provvedimenti, le modalità di gestione dell'udienza e di rapporto con gli altri magistrati onorari, con i magistrati professionali, con gli avvocati ed il personale amministrativo, la partecipazione all'attività di formazione, la percentuale di impugnazioni rispetto alla media dell'ufficio. L'indennità copre gli oneri previdenziali e assistenziali, visto che sono state respinte le richieste di una copertura totalmente a carico dello Stato; si prevede tuttavia un'assicurazione Inail.

Su tutti questi punti, assai forte è l'opposizione della categoria, i cui rappresentanti hanno messo in campo una sequenza, tuttora in corso, di astensioni dal lavoro e iniziative giudiziarie. Ancora nelle ultime ore hanno sottolineato come «se il ministro della Giustizia pensa di salvare capre e cavoli prevedendo un impegno di tre giorni lavorativi a settimana dei magistrati in servizio nel secondo quadriennio, allora vuol dire che Andrea Orlando davvero non ha capito nulla di ciò che sta succedendo: fra quattro anni, quando entrerà a regime il nuovo sistema indennitario, due terzi dei magistrati in servizio, professionisti che non accetteranno mai di lavorare a condizioni economiche e previdenziali così degradanti, si dimetteranno. Così alla fine resteranno solo i 3.000 onorari di nuova nomina che per legge dovranno andare all'ufficio del processo e circa un migliaio dei magistrati attualmente in servizio che dovrebbero garantire il funzionamento degli uffici del Giudice di pace e delle Procure con competenze raddoppiate».

E le competenze sicuramente aumenteranno, sia pure dal 2021 e dal 2025 per le cause in materia di condominio. La versione finale del decreto ha cancellato l'allargamento nel settore penale, accogliendo in questo senso le richieste che erano arrivate dal Parlamento, e ha confermato, sia pure con modifiche quanto previsto nel settore civile.

Tra l'altro si prevedono altre misure come: l'estensione dei casi di decisione del giudice di pace secondo equità, elevando il limite di valore da 1.100 a 2.500 euro; l'innalzamento del limite di valore che fissa la competenza del giudice di pace nelle cause relative a beni mobili da 5.000 a 30.000 euro; l'estensione del limite di valore che fissa la competenza del giudice di pace nelle cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli e di natanti da 20.000 a 100.000 euro.
Avv. Antonino Sugamele

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