Processo telematico: Cassa forense è pronta a coprire parzialmente o integralmente le spese per avviare l'informatizzazione degli studi nel primo anno. Per i giovani avvocati si prospetta un risparmio sino a 400 euro.
La giustizia italiana si prepara a una piccola ma necessaria rivoluzione.
Il prossimo 30 giugno il processo civile telematico farà il suo debutto nei tribunali e negli studi di tutto il Paese.
Il Governo, stando alle parole rilasciate dal ministro della Giustizia Andrea Orlando a margine del recente tavolo tecnico organizzato per discutere della questione con le varie componenti dell'Avvocatura, sembra escludere qualsiasi rinvio. È una notizia confortante perché siamo convinti della necessità di avviare l'informatizzazione della giustizia il prima possibile, pena la modernità e l'efficienza di tutto il sistema.
Ciò che per l'Avvocatura è una sorta di rivoluzione copernicana, per Cassa forense è l'opportunità di mettere in atto la prima di una serie di misure pensate per dare un supporto reale alla professione. In questo complesso momento sociale ed economico, dobbiamo necessariamente rivedere le nostre politiche di assistenza affiancando a interventi di tipo passivo un welfare attivo che aiuti gli avvocati nella quotidianità lavorativa.
Abbiamo condotto un sondaggio tra i nostri iscritti da cui è emerso un dato significativo: oltre che assistenza per la salute e la famiglia, i legali chiedono sostegno alla professione. Si tratta di un segnale di grande maturità che dimostra quanto gli avvocati amino e credano ancora nel loro lavoro, ma è soprattutto una richiesta di aiuto che pretende risposte concrete.
La prima arriverà proprio con l'entrata in vigore del processo civile telematico che, per quanto necessario, comporterà agli studi non ancora in regola un costo per avviare e gestire l'informatizzazione delle procedure. Da qui l'idea di impiegare parte delle nostre risorse dedicate all'assistenza per coprire, totalmente o in parte, le spese necessarie ad affrontare questa fase di transizione, almeno nel primo anno. Una boccata d'ossigeno per i piccoli studi e i giovani avvocati alle prese con le difficoltà dell'avviamento professionale. Per gli anni successivi, stiamo invece valutando l'idea di stipulare delle convenzioni con delle software houseche offrano servizi informatici per la gestione delle pratiche legali al prezzo più conveniente possibile.
L'obiettivo non è banale e ognuno dovrà fare la sua parte per cercare di superare le criticità che accompagnano l'avvio dell'informatizzazione del sistema giustizia, prima fra tutti l'assenza di una copertura di rete omogenea sul territorio nazionale, ma il primo passo è stato fatto e non bisogna cedere alle difficoltà. Per Cassa forense, d'altra parte, si tratterà di un banco di prova per dimostrare agli iscritti che l'Ente è pronto a mettersi in gioco per il presente della professione.
Quella del welfare attivo non è più un'idea incerta ma un vero e proprio progetto da realizzare attraverso interventi ben definiti: erogando borse di studio, organizzando corsi di formazione che aiutino i giovani laureati a individuare gli sbocchi più promettenti della professione, favorendo l'accesso al credito a condizioni agevolate, anticipando agli avvocati i soldi dovuti dallo Stato per il gratuito patrocinio attraverso un meccanismo di compensazione dei debiti, definendo un tavolo di lavoro per capire come sfruttare al meglio l'opportunità dei finanziamenti che l'Europa ha riservato alle imprese e ai professionisti. Sono misure che Cassa forense sta studiando anche attraverso la creazione di commissioni interne e che siamo convinti diventeranno presto una realtà su cui gli avvocati potranno contare.
30-05-2014 13:37
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