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Riforma forense. Intervista a Andrea Mascherin, consigliere segretario del Consi...
Riforma forense. Intervista a Andrea Mascherin, consigliere segretario del Consiglio Nazionale Forense.
“Sulla riforma forense Parlamento e Governo hanno ritrovato una linea comune rispettosa della tutela dei cittadini in un sistema democratico. Per Andrea Mascherin, consigliere segretario del Cnf, al di là del merito delle singole norme approvate, questo è un buon risultato
10/10/2012 - "Nel lavoro congiunto finora svolto in aula alla Camera hanno raggiunto un buon equilibrio tra la tutela dei diritti dei cittadini, il ruolo di garante proprio dell'avvocato e gli obiettivi di modernizzazione e liberalizzazione contenute negli ultimi provvedimenti governativi” dice Mascherin.La legge forense è alle prime battute nell'aula della Camera (ieri sono stati approvati i primi 16 articoli), il lavoro è ancora lungo e i tempi della legislatura stringono, permane qualche aspetto critico come quello sulle specializzazioni, ma la rinnovata intesa tra Parlamento e Governo induce a un certo ottimismo. Leggi l'intervista I parlamentari che fanno parte del comitato dei nove    

Domanda. La riforma, qualcuno dice, è un ritorno al passato. E' così?
Risposta. Chi pensa questo sbaglia profondamente. Tutti i principi indicati dalla riforma delle professioni trovano disciplina nella riforma forense, doverosamente adattati al ruolo costituzionale dell'avvocatura. Ruolo che il parlamento ha ben compreso, come dimostrato gli interventi di ieri da parte degli esponenti di tutti i gruppi politici .

Domanda. Per esempio?
Risposta. Basta rilevare come negli articoli finora approvati venga sempre richiamata una corretta libera concorrenza tra avvocati, sia disciplinata una pubblicità informativa sicuramente liberale, ci si preoccupa della qualità della prestazione e della tutela dell'affidamento della collettività. Tutti richiami che qualsiasi interprete non taccerebbe di corporativismo. Si sta peraltro delineando per i Consigli dell'Ordine un ruolo estremamente importante in quanto sempre più orientato alla funzione pubblica di tutela e di garanzia del cittadini nella giurisdizione
 

Domanda. La previsione della riserva di consulenza e la nuova disciplina sui parametri però chiama fuori l'avvocatura dalla riforma generale delle professioni…
Risposta. La normativa sulle professioni è di carattere assolutamente generale che, proprio per essere correttamente valorizzata, deve necessariamente essere adattata alle specialità delle singole professioni. Quella che viene definita una “riserva”, altro non è che la individuazione di un settore della consulenza immediatamente finalizzata alla tutela di un diritto in giudizio e dunque naturalmente riferibile, nell'interesse del cittadino, all'avvocato. Tra l'altro vi è una corposa giurisprudenza della Suprema Corte in linea con quanto previsto da questa riforma in tema di attività stragiudiziale.
 

Domanda. Quanto ai parametri?
Risposta. Non si è fatto altro che rendere concretamente applicabile alle caratteristiche della prestazione dell'avvocato, difficilmente prevedibili sin dal principio, il nuovo sistema di determinazione del compenso, basato sull'accordo delle parti senza alcun vincolo. Anche le società d'avvocato, puntualmente disciplinate, sono modulate nel rispetto doveroso dell'autonomia e indipendenza dell'avvocato. Tutto questo, nel dibattito parlamentare è emerso chiaramente.
 

Domanda. Come valutate l'atteggiamento del Governo in aula?
Risposta. Siamo stati sempre trasparenti e diretti nel muovere le nostre critiche al Governo. Detto questo, è giusto riconoscere che in questa primissima fase di discussione il suo atteggiamento sia stato sereno e rispettoso del ruolo del Parlamento pur senza rinunciare a portare un contributo determinante nella stesura degli emendamenti approvati.
 

Domanda. Questa circostanza può preludere a una ripresa del dialogo Cnf-Governo?
Risposta. Certamente, se il governo si confermerà in questo atteggiamento. Un altro segnale molto importante sarebbe la modifica del decreto parametri sulla base delle nostre osservazioni, prontamente inviate al ministro. D'altra parte, la collaborazione istituzionale Cnf-Governo in materia di giustizia è riconosciuta come necessaria dalla stessa legge attuale.
 

Domanda. Nel testo approvato finora permangono criticità?
Risposta. Ribadito che il risultato è apprezzabile, il testo è comunque la sintesi di più posizioni, alcune condivisibili, altre meno. Un aspetto critico è la esclusione delle associazioni specialistiche dalla possibilità di tenere i corsi di specializzazione che non dimentichiamo, devono essere altamente professionalizzanti. A maggior ragione tenuto conto del confronto europeo, che dimostra che i corsi sono tenuti nell'ambito dell'avvocatura e tenuto conto della necessità di garantire una pluralità di offerta formativa.
 

Domanda. Il parlamento sembra voler procedere speditamente..
Risposta. In realtà abbiamo una grande preoccupazione: i tempi della legislatura stringono, la legge dovrà necessariamente passare anche al senato. E' quindi è importantissimo che i lavori proseguano con la massima celerità e immediatezza per scongiurare il rischio intasamento in aula con altri importanti provvedimenti normativi. .
Avv. Antonino Sugamele

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