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Il CNF chiede al Parlamento il varo della riforma professionale senza modifiche ...
Il CNF chiede al Parlamento il varo della riforma professionale senza modifiche sostanziali e senza ritardi. Proseguono le adesioni.
Nove Unioni territoriali e centododici Ordini forensi, ai quali sono iscritti oltre 160.000 avvocati, hanno deliberato di aderire alla posizione del CNF che chiede al Parlamento il varo della legge di riforma professionale senza modifiche sostanziali e senza ulteriori ritardi. Questo era il dato delle adesioni alle 9 del 19 Settembre. Il numero sta crescendo di ora in ora, dal Nord al Sud d'Italia. Leggi le adesioni.
19/09/2012 - Il presidente Guido Alpa ha rappresentato con una lettera inviata oggi al presidente della Camera Fini, ai capigruppo, alla presidente della commissione giustizia le delibere spontanee giunte da tutta Italia:con la riforma più qualificazione, specializzazione e autonomia professionale    La lettera del presidente Alpa al presidente della Camera Gianfranco Fini Le Unioni e gli Ordini forensi  

Dal Triveneto alla Sicilia, dalla Lombardia alla Calabria, dal Piemonte all'Abruzzo: giungono da tutta Italia le delibere delle Unioni e degli Ordini forensi che con fermezza chiedono al Parlamento di procedere senza ritardi e senza modifiche al varo della legge professionale oggi alla Camera che ha già recepito le normative del Governo Monti.
L'avvocatura ribadisce in questo modo quelli che considera elementi qualificanti e irrinunciabili della riforma: l'accesso qualificante alla professione, specializzazione, autonomia e indipendenza per svolgere al meglio la funzione di difesa dei diritti dei cittadini.

Il presidente Guido Alpa ha rappresentato oggi con una lettera al presidente della Camera Fini, ai capigruppo, alla presidente della commissione giustizia Giulia Bongiorno, le delibere spontanee giunte da tutta Italia per chiedere l'approvazione senza ulteriori ritardi, visto che i tempi della legislatura si anunciano brevi, e senza modifiche sostanziali, della legge professionale, che dalla prossima settimana è in calendario a Montecitorio. 

L'Avvocatura, sottolinea dunque con forza che riaprire negoziazioni su quel testo significherebbe tornare indietro di tre-quattro anni, tradendo il lungo lavoro svolto in tutto questo tempo dal Parlamento stesso, che ha recepito le indicazioni contenute negli interventi del Governo Monti in materia di concorrenza e di difesa degli interessi dei cittadini, a partire dall'abrogazione delle tariffe e dall'introduzione della assicurazione obbligatoria. 
La lettera rileva come l'atteggiamento assunto dal Governo, dall'ostruzionismo al testo approvato dalla Commissione Giustizia e ora rimesso in discussione in aula, all'assunzione di alcuni provvedimenti senza il necessario confronto con le rappresentanze degli avvocati (come ad esempio il provvedimento sulla geografia giudiziaria) fino alle riforme procedurali del processo civile e al mancato stralcio della professione forense dai regolamenti, genera molto scontento tra gli avvocati che, produttori di reddito e di occupazione, sono anch'essi colpiti dalla gravissima crisi che attraversa il Paese. Ed alla quale vogliono reagire con maggiore qualificazione e motivazione.
Avv. Antonino Sugamele

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