Consiglio dei Ministri. Incandidabili i condannati a pene superiori ai due anni.
Semaforo verde del Consiglio dei ministri al decreto che introduce disposizioni in materia di incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Il via libera è arrivato dopo una riunione fiume durata oltre cinque ore, anche se con una breve sospensione per alcune riunioni ristrette
Fuori dalla lista restano i condannati a pene sopra i due anni. Palazzo Chigi ha chiarito che le condizioni che determinano l'incandidabilità alla carica di deputato o senatore si applicano anche per l'assunzione e lo svolgimento delle cariche di governo (presidente del Consiglio dei ministri, ministri, vice ministri, sottosegretari, commissari straordinari di governo). Se la sentenza di condanna diventa definitiva durante il mandato, anche in questo caso si determina la decadenza dall'incarico.
L'incandidabilità alla carica di senatore, deputato o parlamentare europeo ha effetto per un periodo corrispondente al doppio della durata della pena accessoria dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici. Anche in assenza della pena accessoria, l'incandidabilità non è inferiore a sei anni. Altrettanto vale per gli incarichi di governo nazionale. In tutti i casi, se il delitto è stato commesso con abuso dei poteri o in violazione dei doveri connessi al mandato, la durata dell'incandidabilità o del divieto di incarichi di governo è aumentata di un terzo.
Negli ultimi anni il susseguirsi delle indagini giudiziarie e delle condanne a carico dei rappresentanti della classe politica ha contribuito ad alimentare un clima di sfiducia diffusa, soprattutto da parte delle giovani generazioni, e di delegittimazione nei confronti delle istituzioni della Repubblica e dei loro rappresentanti.
Le disposizioni varate oggi, ha sottolineato in una nota il Cdm, "creano le condizioni per un sistema trasparente di rappresentanza in Parlamento e mirano così a restituire ai cittadini la necessaria fiducia nei confronti dei candidati alle elezioni politiche europee, nazionali e locali, e delle istituzioni che rappresentano".
L'approvazione del decreto per garantire liste pulite a partire dalle prossime elezioni politiche è stata oggetto di scontro tra governo e Pdl. I tre ministri che lo firmeranno in calce (Anna Maria Cancellieri per l'Interno, Paola Severino per la Giustizia, Filippo Patroni Griffi per la Funzione pubblica) hanno fatto muro di fronte alle insistenti richieste del Pdl di ammorbidire il decreto.
Ma il premier Mario Monti ha sottolineato che il governo ha lavorato "in costante dialogo con le forze politiche" sul decreto, spiegando che le misure varate oggi hanno la "radice nella legge anticorruzione e poi nella legge delega di iniziativa parlamentare". Ambedue le misure "preesistono alla formazione di questo governo".
Nel dettaglio, il decreto varato oggi dal Consiglio dei ministri prevede l'incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo per le seguenti categorie:
- coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone).
- coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato)
- coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni. Si tratta, in questo caso, di tutte le fattispecie criminose più gravi per le quali è anche possibile applicare la custodia cautelare in carcere e che, secondo un principio di ragionevolezza e proporzionalità nella limitazione dell'elettorato passivo, sono state individuate sulla base di un indicatore oggettivo, predeterminato, senza operare alcuna selezione nell'ambito di una lista di reati che potrebbe apparire arbitraria.
Da milanofinanza.it
06-12-2012 21:50
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